l’arrampicata è amicizia, l’arrampicata è amore per un qualcosa che le persone comuni non possono comprendere appieno. vorrei raccontare l’amicizia stretta con silvio, nata un giorno per divertimento e che si è evoluta nel tempo anche in maniera professionale.
oltreoceano.
esco dal lavoro e mi ritrovo già su un aereo rumoroso e traballante. spengo quel fracasso con uno dei tanti film messi a disposizione dalla compagnia aerea. le turbolenze sembrano carezze nel momento in cui atterriamo e osserviamo il telegiornale locale che parla di un uragano nella zona appena sorvolata. sono troppo stanco, non ragiono.
mi giro e c’è silvio ad aspettarci. nel momento in cui lui e francesca, la sua ragazza, ci accolgono all’aeroporto di lexington in tarda serata saliamo come comandati da dei fili invisibili in macchina assieme michele e lorenzo. direzione red river gorge, un nome che al momento significa solamente “letto”. è già notte tarda. mi assopisco.
non ho dormito, o forse si? l’unica cosa che comprendo è che è tempo di andare a scalare. finalmente.
è da un anno che aspetto questo momento. fuori fa un caldo tropicale nonostante sia ottobre. forse è solo il jet lag, è sempre colpa del jet lag. mi alzo e vedo silvio che dorme su un materassino gonfiabile, a pochi centimetri da un pavimento impolverato. possibile che ieri sera non mi sia accorto della sporcizia e dell’odore che invade questa cabin? il fetore di uno scarico mal funzionante o il rumore dei miei passi lo fanno svegliare. mi convinco di averlo visto sorridere. è ora di andare a scalare e lui lo sa.
scalare.
nonostante abbiamo la stessa età mi rendo conto di nutrire nei suoi confronti un rispetto particolare. ha uno sguardo che mi trasmette saggezza e tranquillità. mi sento libero di sbagliare e osare, come fanno i sognatori, gli uomini liberi. ho sempre ammirato i sognatori, gli affamati del nuovo, coloro che si perdono dietro alle mille idee; troppe cose da fare, da vedere, da vivere.
sorrido.
sorrido perché l’amicizia è una cosa straordinaria e vera dove esiste la passione e la volontà di progredire come esseri umani presenti e consci di quello che esiste nel mondo. siamo uomini con l’unico obiettivo preciso di vivere con il minor numero di rimorsi possibile. questo non significa vivere di noi stessi, ma per noi stessi. c’è differenza. silvio mi ha fatto scoprire un lato professionistico dell’arrampicata nel quale dare il 100% ti permette di essere un individuo conscio della possibilità che “vivere”, quella con la v maiusciola, è davvero possibile. davanti a una presa di coscienza simile non esiste fallimento che non possa essere dimenticato, ritrovando la pace che ci si merita. l’ho seguito in tanti luoghi per fotografare le sue salite. non era il dovere a guidarmi, ma una sensazione di gradevole curiosità. ora sento il caldo che mi pervade, quel senso di soddisfazione che penso di essermi meritato. ed è anche merito tuo, amico mio. la semplicità della dedizione al lavoro, del vivere prendendo coscienza dell’essere presenti e del rendersi utili, dell’essere se stessi come puro valore aggiunto. dinanzi a un pensiero così estremo per la mia mente ancora poco sottile chiudo gli occhi e, riaprendoli, mi accorgo che rimane solo un paio di scarpette.
io le indosso e ricomincio a scalare, la passione che non mi ha mai abbandonato.